mercoledì 1 dicembre 2010

QQFashion @ Tanalois



Voglio aprire con un ringraziamento Quinnye Quinnel per aver scelto Tanalois come luogo per presentare la sua collezione autunno/inverno 2010-2011.
Ricordo anche che ci ha sponsorizzato anche il primo concorso di poesie tenutosi qualche mese fa, e che riscosse un discreto successo in tutti i sensi, come pubblico, come critica e come partecipanti.
Ho partecipato alla sfilata e, devo dire, che nonostante la mia completa ignoranza in materia (vesto gli stessi abiti da 3 anni n.d.a.) , ho visto una bella collezione di abiti. Eleganti, mai pacchiani, facilmente indossabili in tutte le occasioni.
La serata è stata coordinata dall'impeccabile Florence Magnifico, condotta da Tatanka Ferraris che ne ha curato anche l'aspetto musicale, Tani Thor alla "local chat" che ha riproposto in forma scritta ciò che Tatanka leggeva e grazie anche ai modelli:

Davide Batistuta
Redevil Rhiarda
Sissi Aquila
Moira Dexler
Eljisa McLain
MirkoReina Mode
Kessy Laville
Moiea Dexler
Apple Shu

in rigoroso ordine sparso ma tutti ugualmente bravi.

Grazie a tutti gli intervenuti, a tutti i nostri ospiti che ci hanno seguito.

giovedì 25 novembre 2010

Tanalois @ 2Lei (Giornata mondiale contro la violenza sulle donne in Second Life)



Vi confesso una certa interdizione nello scrivere questo post...
Per la prima volta mi trovo a dover scrivere di Tanalois (come entità unica) che è protagonista di un evento.
Questa volta ci siamo prestati ad una iniziativa parallela alla RL, secondo noi molto importante,
contro la violenza sulle donne che è 2Lei.
Ci siamo prestati a questa iniziativa perché particolarmente consona al nostro modo di intendere l'arte ed il collegamento che riesce a creare tra ciò che si genera al suo interno, la percezione di quello che viene da fuori e quello che la mescolanza di questi due elementi genera.
Dicevo in apertura di post che questa iniziativa collega e si estende su molte land e tutte con artisti diversi.
A Tanalois hanno esposto:

Abso Zlatkis
Aloisio Congrejo
Apple Shu
Daco Monday
Flurry Fargis
Joy Snowfield
Giovanna Cerise
Giulia Janus
Gleman Jun
Katy60it Cyberstar
Kicca Igaly e Nessuno Myoo
Lion Igaly
Lita Menges
luciella Lutrova
Lookatmy Back
Marisa Falbo
Musique Gable
nexuno Thespian
Nino Vichan
Qatesh Denja
Solkide Auer
Tani Thor

E' estremamente difficile cercare di passare in rassegna tutti quanti senza il rischio di cadere nel retorico e nel ripetitivo poiché, ahimè, le parole per descrivere le emozioni a volte si ricalcano, e con i passaggi della penna ledere il foglio, l'anima e l'occhio di chi legge ed, esattamente come succede quando tentiamo di calcare troppo un tratto, passare al foglio sottostante alleviando il tratto ed andando un pochino a tracciare un segno fantasma di una parola che non ci sarà. Ma non mi dilungo oltre altrimenti il protagonista divento io, mentre invece, il protagonista deve essere il messaggio che passa e vibra attraverso le opere dei nostri ospiti, sempre attenti e precisi, oramai navigati nel veicolare il loro "IO" da dentro questo mondo di pixel verso il mondo delle cellule.

Daco Monday (Maternità mancata):

ci propone una donna "smontata" ed idealizzata, raccolta in un contenitore all'interno del quale sembra articolarsi tutto il suo essere, quasi costretta ad un ruolo inquadrato e ben delimitato. Un'opera costrittiva che ci da il senso dell'essere donna attraverso il tempo. Ma l'ermetismo di Daco ci concede una via di fuga fatta di cubi rossi, che lascia il respiro alla passione.
Ma il titolo ci riconduce alla suprema costrizione: la mancata procreazione; punto cardine della vita e dell'essere donna.

Giovanna Cerise (Fragility):

un grande impatto visivo legato tutto allo sgorgare copioso di gocce, lacrime, da un corpo appeso solo a sé stesso.
L'unica protezione un'aura scura, quasi uno schermo semitrasparente a fare da specchio alla realtà del tentare di nascondere una fragilità intrinseca.

Tani Thor (Donne in rinascita):

Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto,
è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai per una donna.
Una donna si rialza sempre,
anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Parlo di te,
che questo periodo non finisce più,
che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,
che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, l’implacabile arbitro di te stessa,
che da come il tuo capo ti guarderà deciderai
se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno,
e questo noviziato non finisce mai
e sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te,
che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo;
che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,
che non flirti con nessuno
perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
O peggio: se ci rimani presa in mezzo tu,
poi soffri come un cane.

Sei stanca.
C'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare,
qualcuno che ti vuole cambiare,
o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti,
te lo dici anche quando parli con le altre:
"Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".

E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,
ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima
ed è passato tanto tempo,
e ne hai buttata talmente tanta di anima,
che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio
perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata,
ora sei qui
e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta:
nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,
alla fermata della metro,
sul motorino.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance.
E poi hai scavato,
hai parlato,
quanto parlate, ragazze!
Siete lacrime e parole.
Per capire,
per tirare fuori una radice lunga sei metri
che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema?
Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,
a due, a quattro mani,
e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli,
che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque,
ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci,
se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare al mondo
"Sono nuova!"
Semplicemente con una gonna a fiori
o con un fresco ricciolo biondo.
Più delle albe, più del sole,
una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.

È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...

Allego tutto il testo perché il vero punto focale è lo slancio della passione, tradotto in colori, il rosso che fugge verso l'alto legato all'anima de "La donna in rinascita".

Solkide Auer (La Donna):

la donna come rappresentazione schematica, come entità biologica imprescindibile congelata nel simbolo scientifico dolcemente incastonato in un altare. Di seguito il regalo in parole di Solkide.

La donna
puo' essere rinchiusa in una stanza dorata,
puo' essere incolpata di un peccato originale,
puo' essere incompresa nella sua enigmatica personalita',
ma conserva un suo candore interiore,
emana una luce propria,
si tinge di rosa a ricordare il suo essere femminile che comunque la distingue.
Che dice al mondo..io esisto e non potrete mai fare a meno di me, pena la fine dell'umanita'.


Dedicata a tutte le donne che in questo mondo soffrono, e a tutte coloro che hanno lottato per la liberta' e i diritti civili della donna.
Dedicata alla donna che per rivendicare il più semplice dei suoi diritti è morta e continua a morire.

Lion Igaly (Stop the violence):

la donna intrappolata e stigmatizzata nel gesto di affacciarsi dietro ad un vetro dove si può vedere solo in una direzione. La violenza consumata al buio di una stanza dove domina il grigiore.

Aloisio Congrejo (Nancy)

la crocifissione come espiazione di una colpa; come espiazione interiore di un male mai compiuto.


Apple Shu (Stop!):

un'immagine dal forte impatto emotivo e ben costruita, grande risalto all'incombenza e alla necessità di cessare qualsiasi violenza.

Musique Gable (Calm after the storm):

un bianco e nero forte, risalto alla dignità del dopo. Le ferite e le cicatrici ben visibili ma sfumate e mitigate da un volto tenero, disponibile, a rimarcare la domanda secca: "Perché ?"

Katy60it Cyberstar (Sacrifice):

di difficile interpretazione. Una immagine dura, complessa, costruita tutta attorno alla simbologia del vampirismo.
Ma più che alla sottrazione della linfa vitale, il riferimento più chiaro, è alla dispersione della linfa... A quell'inutile dispendio e costrizione che è la violenza.


Lookatmy Back (Stop it one and forever):

un affresco moderno. Pulito e chiaro. Un'anima sorge sopra un corpo steso, nudo, le braccia tese con la forza della disperazione.

Flurry Fargis (Violence):

un'immagine chiara e d'impatto. Le regole vengono stravolte alla stregua del volto del soggetto.
La paura dipinta, le mani a tentare di parare il colpo inevitabile. Uno spaccato vero e potente.

Giulia Janus (Involution):

una bella introspettiva di ciò che si genera partendo da fuori andando verso l'anima.

Abso Zlatkis (Maltrattata):

l'esplosione delle lacrime al pari dell'esplosione della violenza, ci danno una contezza tangibile dell'evoluzione sia interna che esterna. Ciò che viene generato dentro che si genera anche fuori.
Ma dentro è un pianto infinito che non smetterà mai più.

Qatesh Denja (Be blind):

l'immagine esteriore di dolce fierezza che fa da contrappeso al gesto di ripararsi, di nascondersi e chiudere gli occhi su una brutta realtà.
Una bella descrizione per una pagina sicuramente nera.

Joy Snowfield (Fear):

la paura del futuro visto quasi attraverso un oblò e attraverso le lenti del passato.
Un futuro luminoso ma inquietato da delle linee graffianti e sfuocate, che denotano l'incertezza e la paura nell'attraversarlo.

Lita Menges (Lost innocence):

chiara immagine dell'innocenza dell'uomo amato perduta nella violenza.
E il comune senso attribuito alla perdita dell'innocenza, assume connotati ancor più drammatici per sfociare in una deliberata violenza sessuale.

Kicca Igaly and Nessuno Myoo (Teacher of love):

insegnante di vita, insegnante sempre il ruolo principe della donna maestra di casa che insegna la dolcezza, che mette dolcezza e amore nel piegarsi e nel chinarsi alla carezza. Un ruolo che non perderà mai più. Insegnerà al proprio uomo il valore dell'amore compiuto in tutta la sua immensità e trasmetterà a lui, come ai figli, tutto l'affetto di cui è capace. La donna combattente multiruolo dell'amore.

Nino Vichan (Shackling of pregnant incarcerated):

è un opera forte dal punto di vista del coinvolgimento. La simbologia è in perfetta simbiosi col significato e il significante. La costrizione ancestrale della donna ad essere madre, una naturale imposizione che diventa violenza dal momento della costrizione morale ad esserlo. Suona come un pugno in pieno volto il volteggiare di figure maschili al di sopra della scena a dimostrazione che i secoli non hanno cambiato la storia della donna media, comune, di tutti i giorni; vincolata a questo ruolo da sempre e per sempre.

Gleman Jun (Stop fear):

la tensione è palpabile, è visivamente imponente; linee dritte e un taglio di luce bianca come il cretto di Burri che ricorda il terrremoto che sconvolse Gibellina, costruito con le macerie della cittadina stessa ingabbiate in maglie di ferro e sigillate a futura memoria della forma degli edifici. Questa è l'impressione che raccolgo e prendo con me. Un taglio netto alla vita, la paura che incombe e costringe all'angolo, nudi, essenziali, spogliati di tutte le sovrastrutture e condensati, ingabbiati appunto, nell'attimo della paura.

Spero di non avervi annoiati e di non aver "passato" troppi fogli e che la vostra anima rimanga intrisa per lungo tempo dei bei messaggi che ci sono stati proposti.

Al prossimo post.

2Lei Day

Eccoci..:O)
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-737a1fe9-983b-445d-a9c0-98eac9d68f0d.html#p2

sabato 20 novembre 2010

25/11 2Lei : Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne in Second Life





Giovedì 25 Novembre 2010

ore 22.00 (1.00 pm sl)

Tanalois http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/29/93/402



2Lei è un progetto in collaborazione tra 2LifePhotos, Arte Libera, Merkaba Arts, PAD, SL Art, Tanalois, SaliMar, WDT Planet, CSW Island, The Knot , gruppi di Second Life, per la sensibilizzazione e la divulgazione degli eventi legati alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il 25 novembre 2010 diversi artisti virtuali, galleristi e personaggi della cultura di SL sono stati chiamati a condividere nelle proprie land e gruppi di appartenenza il messaggio comune di solidarietà alla donna.



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2Lei - La Passione delle donne Un omaggio alla donna a 360 gradi che vuole essere allo stesso tempo un segno di solidarietà verso le donne violate, maltrattate, denigrate, soggiogate, odiate, temute, sfruttate...

un modo per essere vicini a tutte quelle donne che in questo giorno non possono essere con noi a gridare il loro inno alla vita perché la loro passione non si è conclusa con una resurrezione..ma con la morte, la privazione... l'annientamento dell'essere.

Un abbraccio a tutte quelle donne che con noi hanno camminato su questo mondo con passi da esseri umani tacciati di una differenza inesistente, di una particolarità scomoda, di una sensibilità inopportuna, di un entusiasmo pericoloso..di un essere donna da distruggere piuttosto che da amare.

Essere donna oggi è essere umana! Con i nostri corpi virtuali, la nostra coscienza globale e l'immortalità che ci contraddistingue in questo mondo perfetto vogliamo dedicare un giorno all'essere umano. Nel giorno in cui il mondo reale si riunisce in questa denuncia senza confini, apriamo le porte del Metaverso per diffondere il nostro messaggio di solidarietà alle donne. Questo messaggio vuole arrivare ai cuori degli esseri umani attraverso l'arte virtuale. Orgoglio di una società parallela in cui l'espressione creativa vanifica le distanze e si riunisce sotto un solo manifesto. 2Lei è l'esempio della collaborazione dei residenti di Second Life che a partire da un progetto italiano ha riunito per la stessa causa artisti e galleristi di tutto il mondo per dedicare anche nell'ambiente virtuale un giorno alla Passione delle donne. Il 25 novembre 2010 vieni in Second Life ed abbraccia con noi tutte le donne del mondo!

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Istituita con la risoluzione n. 54/134 dalle Nazioni Unite nel 1999 al fine di sensibilizzare governi, istituzioni e società civile. L'Onu ha scelto questo giorno per commemorare la tragica vicenda delle tre sorelle Mirabal violentate, pugnalate e strangolate il 25 novembre del 1960, per ordine del dittatore Trujillo.

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da "UN WOMEN":

Fatti e Numeri sulle Donne nel Mondo Lunedì

19 Luglio 2010 12:10 http:// www. unwomen. org/

Violenza contro le donne - Nel corso dell’ultimo decennio, combattere la violenza contro le donne è divenuta una priorità in molti paesi. Uno studio del Segretario Generale del 2006 sulla violenza contro le donne ha rilevato che almeno 89 Stati avevano alcune disposizioni legislative sulla violenza domestica e che 60 avevano specifiche leggi contro la violenza domestica. Lo stupro coniugale era un reato perseguibile in almeno 104 Stati. Novantatre Paesi avevano alcune norme riguardanti il traffico di esseri umani. Novanta Stati avevano leggi contro le molestie sessuali.

- Nonostante questi progressi, la violenza contro donne e ragazze è una pandemia globale. Il problema continua ad essere universale, con donne e ragazze vittime di violenza in ogni regione ed ogni paese. Le donne che hanno subito violenza soffrono di diversi problemi di salute, e di una ridotta abilità di partecipare alla vita pubblica. - In uno studio sulla violenza domestica condotto su 10 Paesi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una percentuale tra il 15 e il 71 per cento delle donne ha riferito di aver subito violenza fisica o sessuale dal proprio marito o partner.

- Tra le donne di età compresa tra i 15 e i 44, gli atti di violenza sono tra le prime cause di morte e invalidità, più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e della guerra. - Nel 2006, le donne e le ragazze hanno costituito il 79 per cento delle vittime del traffico di esseri umani. - Più di 60 milioni di bambine in tutto il mondo sono costrette a matrimoni precoci, prima dei 18 anni.

- E’ stimato che dai 100 ai 140 milioni di ragazze e di donne nel mondo convivono attualmente con le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili, e si stima che 3 milioni di ragazze sono a rischio ogni anno. - L’impunità per i colpevoli, servizi inadeguati per le vittime/sopravvissute, atteggiamenti e comportamenti che perpetuano stereotipi negativi e la violenza contro le donne, e una generale scarsità di risorse per l’attuazione delle misure esistenti restano ostacoli persistenti alla prevenzione e all’eradicazione della violenza contro le donne. L'evento itinerante coinvolge (in ordine di percorso) (verrete guidati da magici portali)



Tanalois Gallery di Tani Thor http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/29/93/402

CSW Gallery di Aliza Karu http://slurl.com/secondlife/CSW%20Island/211/131/49

Arte Libera di Simba Schumann http://slurl.com/secondlife/Nonsense/50/198/41

2LifePhoto di ChrisTower Dae http://slurl.com/secondlife/Nonsense/50/198/41

Museo PAD di Matteus Taurog http://slurl.com/secondlife/Nonsense/50/198/41

SaliMar di Mila Tatham e Rodroguez Imako http://slurl.com/secondlife/SaliMar/173/73/57

The Knot di Shellina Winkler http://slurl.com/secondlife/Dreamworld%20Crystal/64/228/1001

WDT Planet di Alice Mastroianni http://slurl.com/secondlife/WDT%20Planet/84/97/50


credits:

Foto di kristine Lowey

Special Guest: EddieGuitar Dagger Sherrif che canterà una canzone creata appositamente per l'evento!

Testo manifesto: Marjorie Fargis e Simba Shumann

Creazione portali: Mila Tatham

Traduzioni: Shellina Winkler

Book : Aliza Karu e MarkWD Helendele

Ospitalità per riunioni: Christower Dae

Direzione riunioni: Marjorie Fargis, Tani Thor, Aliza Karu

giovedì 21 ottobre 2010

Tanalois & Friends

Lo ammetto mi sento un po' come Del Noce quando presentò Pavarotti Domingo e Carreras alle Terme di Caracalla nel lontano 1991... Salvo poi scadere quando prese a micorfonate in faccia il povero Staffelli.
Cosa dirvi di questa serata che sta languidamente scorrendo sotto i miei, e vostri, occhi ?
Questa riapertura, dopo il trasloco da Puuiki, passa per un profondo restyling del lay-out dell'intera land.
Il tutto è nato dalla penna di Tani Thor con una lettura amplificata delle tematiche già sperimentate a Gemini. Ma con tanti prim in più a disposizione.
La land si articola su più piani, quindi una aspirazione alla ricerca di contenuto, ognuno dotato di una sua personalità e connotazione che lo rende unico.
Perché questo tipo di configurazione... Beh penso di non poter essere smentito se lo leggo come un mettere a disposizione dell'artista una scelta "a pelle" (o meglio a pixel) dell'ambiente più consono ed adatto sia a lui, inteso come personalità, che alle sue opere senza doverlo necessariamente vincolare ad una etichetta, uno stile di costruzione degli edifici;
in questo modo si può dare la possibilità di articolare anche "discorsi" strutturali personalizzabili all'interno di quel contesto.
Non posso sottrarmi dal fare una lista di luoghi e di nomi quindi... Non vorrei deludere nessuno, ma non passerò in rassegna ogni singolo artista, vi basti sapere che sono tutte persone delle quali siamo già stati in compagnia e che abbiamo avuto modo di avere con noi nel nostro percorso di galleristi, quindi andando a spulciare bene, sicuramente troverete una recensione, seppur brevissima o in forma di intervista.
A questo punto qualcuno poteva anche domandarsi il perché dello spostamento... del trasloco... beh semplicemente per l'eccessivo LAG che subivamo a Puuiki, così, trovato questo spicchio di land, ci siamo subito trasferiti.
Non è cambiato nulla della squadra, siamo sempre noi:
Aloisio Congrejo: Direttore Artistico e PR - Talent scout;
Tani Thor: Builder PR Manager e Direttrice amministrativa;
Florence Magnifico: PR Party Manager e promotrice di eventi legati alla letteratura;
Kaji Jewell: Jolly man and writer.
Come anticipato tutto è nato da una idea di Tani Thor, questi sono gli ambienti e i nomi delle persone che li hanno popolati delle loro opere e creazioni che coinvolgono sia la RL che SL.
Buon viaggio.

In ambiente "Undersea"

http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/56/67/402

63d41marion Zeplin
Giovanna Cerise
Merlina Rokocoko
Newbab Zsigmond
Pol Jarvinen
Solkide Auer

Ambiente sobrio... Accattivante. Ricco di specie ittiche e misteriosi anfratti dove relitti e siti archeologici si alternano. E' un luogo di grande impatto cromatico e largamente ed intrinsecamente introspettivo. Da spazio e respiro a se stessi.

At "The beach" surround

http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/54/48/300


Abso Zlatkis
Aloisio Congrejo
Angelica Lungu aka Luna Hall
Bruno Canadeo
Joy Snowfield
Gleman Jun
Maryva Mayo
Mistero Hifeng
Morgana Nagorski
Qatesh Denja

Tipico ambiente da chiacchierate informali del più e del meno... Ma come sappiamo, o meglio, come tanti psicologi ormai ci hanno detto: è molto più facile raccontarsi ad uno sconosciuto piuttosto che svelarsi a chi già ci ha idealizzati. Allora quale luogo migliore di qualche duna, un suolo morbido, una leggera brezza calda... Questa è la spiaggia Signore e Signori.

At "Savana"

http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/14/83/504


Ally Aeon
ChrisTower Dae
Cristian Rexie
Dixit Writer
Elle Ellsmere
Feathers Boa
Kaji Jewell
Katy60it Cyberstar
Kicca Igaly
La Baroque
Lookatmy Back
Nessuno Myoo
nexuno Thespian

Quale luogo migliore per tornare alle origini, a sé stessi. Al nostro essere un po' cacciatori e un po' cacciati dove ritrovarsi in un gruppo con tutti i nostri IO.
Savana: essere legati al proprio istinto.



At "Ice sky"

http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/49/43/754


Augusto Aghi
Blues Thor
Giulia Janus
Daco Monday
luciella Lutrova
Peste Razor
Tani Thor

Quale luogo migliore per scaldarsi un po'. Il gelido inverno qui rappresentato in picchi altissimi, abeti e conifere e qualche fiocco che scende sulle nostre spalle.



At "Sky"

http://slurl.com/secondlife/Needful%20Things/70/52/908


Albe Watanabe
Josina Burgess
Lion Igaly
Yaia Nishi

Volare nel blu della nostra fantasia, respirare un'aria nuova, pulita.
Nell'azzurro coinvolti da tutto.


Come vedete ce n'è per tutti i gusti.
Non vi resta altro che esplorare.

Al prossimo post.

sabato 2 ottobre 2010

Un bel "testa di..."

Si avete letto bene.
Questa notte mi sono abbandonato ai ricordi e ho spulciato in dietro nel tempo.
Ho riletto un po' di miei vecchi post... Sapete è stato come rivedere le vecchie fotografie delle elementari. Crediamo di "riconsiderare" un po' il nostro passato e dire "va che il mio compagno di banco non era poi così bravo...". Sti cazzi ! Non era bravo... Era bravissimo.
Ecco mi sono sentito un po' così. Solo che il compagno di banco di me stesso ero io.
Sono in piena crisi di sdoppiamento della personalità.
La seconda vita digitale, fortunatamente, non ha contaminato la mia vita biologica reale quindi mi sento tutto il diritto di considerarla come la vita di una persona diversa. Paradossalmente chi mi legge, chi mi ha conosciuto, chi mi frequenta ma anche chi mi odia e mi detesta si è preso la parte migliore di me, quella che aveva voglia di fare qualcosa, di dire, di aiutare e in qualche modo di fare qualcosa di buono. Però lasciatemi andare un po' oltre, lasciatemi invadere un pochino il vostro campo; il campo di voi lettori, di voi che state dall'altra parte.
Per un attimo, questa notte (sono le 4:30 circa minuto più minuto meno n.d.r.) mi sono sentito uno di voi e avrei voluto fare quello che raramente vi ho visto fare.... Commentare... E allora mi domando: ho veramente sempre scritto e detto tutto giusto ? C'è qualcuno che condivide o non condivide ciò che dico ?
Allora mi rispondo che: un bel "Testa di cazzo hai detto una cazzata !" me lo sarei goduto volentieri e avrei cercato di capire perché.
Ormai non mi arrabbio più, non abbiate paura... Non mi arrabbio più e ho smesso di avere fretta. Arrabbiarsi non cambia di molto le cose ed avere fretta è un po' come trovarsi a bordo di un treno e mettersi a correre nella stessa direzione di marcia con la scusa di arrivare prima a destinazione. Non ha senso. Ha più senso sedersi e guardare fuori dal finestrino o fare due maledette chiacchiere col vicino di poltrona.
Io me ne sto seduto sulle mie chiappe come una scimmietta sul suo ramo e il mio treno è a vapore quindi ha ancora meno senso mettersi a correre nella stessa direzione del treno.
Cerco di far chiacchiere anche con quelli dei sedili più avanti e quelli più in dietro e mi aspetto un bel "Testa di cazzo stai zitto che mi voglio godere il panorama e lo sferragliamento !"

Al prossimo post.

lunedì 20 settembre 2010

Augusto Aghi @ Tanalois - Puuiki

Per quanto riguarda questo artista ospite di Tanalois mi dichiaro incompetente poiché si tratta di un artista operante in RL che ci propone una scelta di sue opere quindi preferirei affidarmi all'intervista di Aliza Karu che riporto nel suo testo integrale.


Augusto Aghi, l'emozione del corpo
http://lnx.whipart.it/artivisive/7351/intervista-augusto-aghi-second-life.html

Colori e anatomia, luci ed ombre. Paolo Dei Rossi si racconta a Whipart in occasione della sua prima mostra in Second Life.

Il linguaggio espressionista esce fuori a gran voce dalle tele del pittore veneto Paolo Dei Rossi, in arte Augusto Aghi.
Ci racconta che predilige la corrente degli espressionisti tedeschi, a cui si avvicina con le sue opere. E non si può non dare ragione: colori violenti ed accesi la fanno da padrona, accompagnati per mano dalla morbidezza delle curve dei corpi, così come lo studio della luce che da' una particolare espressività ai soggetti ritratti. Ma non solo, ci sono anche poesie di sogni ed anche un film autoprodotto (di cui vi parleremo più avanti).

Augusto Aghi, con già alle spalle diverse esposizioni sia personali che collettive, esporrà dal 2 agosto 2010 anche in un ambiente 3d, Second Life*.

D: Quando ti sei avvicinato all'arte?
R: Diciamo che ho iniziato fin da piccolo ad essere attratto dai colori. Verso i 18 anni, frequentanto il Liceo artistico, ho iniziato ad imparare le tecniche, soffermandomi molto sulla figura umana, che è l'ABC nelle mie opere. Solo ultimamente sto ampliando, l'arte è una continua ricerca.

D: Hai sempre utilizzato l'olio?
R: Inizialmente utilizzavo l'acrilico, per sperimentare. Ma la pittura ad acrilico è una pittura ansiosa, perché quando inizi un quadro devi subito finirlo. Col la pittura ad olio si ha più libertà di riprendere il quadro anche il giorno dopo, non c'è la fretta di terminare il lavoro, che a livello emotivo disturba.

D: Hai sperimentato anche altre tecniche?
R: Ho utilizzato il bitume anche sia da solo che mescolandola con la cera: scaldandola ed andando a lavorare "a togliere" si va ad intaccare l'intensità e lascia un alone giallastro, come una luce. Ho anche lavorato anche solo con la cera, sempre utilizzando la tecnica che usano gli scultori del togliere, poi le vernici, gli smalti. Anche la china con la candeggina ad esempio: a seconda del colore che si usa si possono ottenere dei gialli, dei rosa.. Ultimamente sto lavorando con la resina.

D: Quando si inzia un quadro lo si completa subito?
R: Dipende. C'è l'emozione, l'idea, che può venire anche di notte. Poi può succedere che che ci sia qualcosa di nuovo, allora si ripone la tela e si inizia qualcosa di diverso.Quella tela la riprenderò quando sarà il momento giusto: ci sono quadri che ho terminato in 2 anni.

D: In alcune opere ho notato diversi richiami a pittori famosi
R: Sono degli omaggi ad artisti che sento vicino, ovviamente in una mia rivisitazione, come Mirò.

D: Che ne pensi del momento culturale attuale
R: Credo che sia un brutto periodo di stasi. Viviamo in un'epoca in cui si ha più bisogno del bene materiale piuttosto che del superfluo. Occorrerebbe una rivoluzione, soprattutto nel campo artistico, per cercare una risposta, nuovi stili di vita. Credo che gli ultimi anni di fervore artistico siano stati gli anni '80.

D: A cosa è imputabile secondo te questa stasi
R: Tutto è collegato al sociale, di certo. La crisi economica non permette ai "comuni mortali" di vivere in maniera serena, e dai piani alti non fanno nulla per cambiare la situazione. Ci spacciano una finta libertà.

D: Chi è Augusto Aghi
R: È una persona che ha fatto tutto da solo: la mia vita è improntata su me stesso, mi sono semrpe retto sulle mie gambe e, soprattutto, non ho mai accettato compromessi.

D: Esporre in Second life... che idea hai
R: Non conoscevo questo mondo, a dire il vero, ma penso sia una realtà innovativa che vada appunto conosciuta. È un'altra strada in più che si può seguire. E di certo sono molto curioso di vedere cosa verrà fuori.

Articolo/intervista di
Aliza Karu

sabato 11 settembre 2010

Le strade non ci raccontano più nulla (o quasi...)

Malgrado il male alla schiena oggi sono uscito in moto... Senza troppa voglia e senza troppe pretese io e il mio "socio" ci siamo diretti verso le nostre beneamate colline sul confine che separa la S grossa (della nostra conterranea Laura Pausini sigh !) dalla hoha hola hon la hannuccia (trad. Coca-Cola con la cannuccia).
Dopo un po' di kilometri ci troviamo sul mio passo preferito, il vento soffia frizzante e togliersi il casco è un po' come lasciare liberi i pensieri che si erano esiliati in una recondita parte del cervello. La maglietta sotto al giubbotto è un po' umida e preferisco non rischiare di raffreddarmi così me lo tengo addosso.
Un rapida razzolata dentro alle tasche ed estraggo una sigaretta, croce e delizia di relax. Mi guardo un po' attorno e abbondano i capelli grigi sotto ai caschi, profili segnati dal tempo, qualche acciaccho dell'età che si confonde con qualche acciacco di baci maledetti alla strada. Il mio socio ne conosce uno di questi profili, si riconoscono e immediatamente si apre un sorriso micidiale. Partono le classiche chiacchiere da motociclista a proposito delle ultime prodezze e sui giri futuri.
Mi sento un po' alieno, osservo ed ascolto con un po' di distacco con una espressione un po' ebete (credo... anzi ne sono certo)... Sono appena passato di livello e già mi sento di nuovo sorpassato.
Onestamente non ho ancora trovato la mia dimensione motociclistica ma sono sicuro di essere cresciuto di almeno 2 livelli durante questa stagione: sono partito come "chiodo in curva"... Serve che ve lo spieghi ? Beh... Mettetela così... Piantate un chiodo in un'asse e tentate di inclinarlo senza inclinare anche l'asse oppure di spostarlo in avanti sempre senza mutare la posizione del legno... In poche parole avevo le ruotine laterali come i bambini...
Sono giunto al livello "Paracarro"... Serve che ve lo spieghi ? Beh... Normalmente il paracarro segue la strada ma quanto a "pieghe" è piuttosto rigido... Aspiravo ad arrivare al livello "quelli che vanno su rotondi". Non chiedetemi cosa significhi, ma sospetto che abbia a che fare con la fluidità di marcia del motore, ma non ne sono poi così certo.
Nel frattempo "quello che va su rotondo" (il mio socio) e quello che ha "il passo giusto per divertirsi" continuano a raccontare... E io nel mio piccolo, preferisco starmene appollaiato con mezzo sedere sulla sella della mia moto. Lo ammetto anche il mio socio ha qualche anno più di me e mi accorgo che hanno un modo diverso di parlare delle strade.
"Non conta la meta, ma quello che sta in mezzo tra la partenza e l'arrivo". Ecco... io appartengo alla generazione delle "varianti" non c'è una strada che loro abbiano percorso che sia rimasta tale. Una volta la strada ci raccontava parecchio del luogo che attraversavamo, i Cippi Commemorativi ci tenevano viva la memoria di gesti eroici, una Madonnina in un piccolo chiostro ci benediva anche se 50 metri prima o dopo un pugno di ghiaia sull'asfalto ci aveva strappato di bocca qualche parola di troppo... Ora ci sono le varianti... Dove prima c'era una curva un ponticello e un'altra curva adesso c'è il viadotto che si è mangiato la Madonnina, il cippo e la pietra miliare che è stata prontamente sostituita da un cartello di ferro... Mentre sono completamente disperso negli embrioni di questi pensieri finiscono di far chiacchiere e di raccontare cose che io, probabilmente, grazie a queste varianti non farò o non vedrò.
Appoggio il casco sulla sella e mi avvio verso il bancone del bar e una drappello di giovanotti appena patentati si lamenta del nuovo codice della strada e le varianti mi fanno sorridere.
Mi immagino una strada di collina che fu tortuosa, ripida dove ogni curva richiedeva il suo tributo di polso e braccio. Adesso no, ci sono le varianti per me e soprattutto per loro che, a ragione, sbeffeggiano i chiodi e i paracarri perché sono veloci solo sul dritto e a volte nemmeno sul dritto perché un tele laser o un autovelox minaccia la loro targa colpevole di essere troppo dritta e facilmente fotografabile. Dopo il caffè usciamo dal bar e con passo lento io mi dirigo verso il mio missile senza turbina e il mio socio verso il suo aereo (lui ha già da un po' dismesso i panni del paracarro n.d.a.).
Per il ritorno scegliamo una strada inusuale, un po' stretta, tortuosa e ripida... Beh qualcuna si è salvata per fortuna, ma quando pensavo di aver scampato l'ennesimo dritto artificiale dei viadotti si materializza in tutta la sua bruttezza e in tutto il suo scempio... Una variante con tanto di rotonda. L'ho attraversata incredulo, sconcertato, quasi non riconoscendo i luoghi e dulcis in fundo un bel tratto in trincea che in moto è quanto di più brutto si possa concepire. In segreto ho tenuto per me il dispiacere, questa trasposizione dei nostri giorni, dritti, guidati e pilotati con scelte finte dove uno svincolo non fa più la differenza e il tragitto tra la partenza e l'arrivo deve essere il più breve e piatto possibile, mi sono reso conto in maniera compiuta che contiamo poco e al ristoro dell'anima, ormai, non pensa più nessuno. Per fare quella trincea hanno abbattuto alberi, Madonnine e probabilmente chiuso anche qualche fonte che adesso è stata imbrigliata e condotta direttamente dentro le fogne senza poter essere più utile a nessuno. Dalla trincea non si vede nulla, e il nulla vede noi. Stretti sulla destra perché in curva si ha il dubbio che dopo l'angolo ci sia un ostacolo, ma sul dritto hai la certezza di esserlo, infatti da dietro arriva una macchina, mi da gli abbaglianti e mi sorpassa. No, non è paura del velox la mia, vado piano e basta, sono paracarro per scelta e aspirante "uno che va su rotondo" per continuare ad imparare a stare sulla strada convinto che la strada possa ancora raccontarci qualcosa di diverso da un anonimo e pericoloso dritto che assopisce, fa premere sull'acceleratore e dove una distrazione non lascia scampo.
Adesso me ne sto qui, ancora come una scimmietta, seduto sulle mie chiappe con una sigaretta tra le dita e un caffè fumante sulla scrivania. Guardo negli occhi le mie moto e mi domando dove andremo Sabato e Domenica prossimi per evitare le varianti... Posso sempre consultarmi con l'uomo della pubblicità che stando a quello che fanno vedere il "vento marino" che stagiona i suoi prosciutti lo insegue in moto.... Forse le varianti le hanno inventate per lui così non si deve impegnare troppo.

domenica 15 agosto 2010

...e me ne sto qui...

E' la notte tra il 15 e il 16 Agosto, ed è precisamente l'una e venti.
Non mi va di farmi prendere per i fondelli e me ne resto seduto sulle mie chiappe su di una poltrona, come una scimmietta ascoltando, in lontananza, gli ultimi fragori di questa estate che sta scemando. Sono uscito in moto oggi pomeriggio e ho visto gli alberi che stanno entrando nella fase pre vita... Strano vero ? Si, mi sono fermato e ho sentito che questa stasi sta arrivando. Paradossalmente un albero è più vivo senza foglie. Ha la gemma che, più della foglia, rappresenta ed è l'inizio del suo ciclo vitale. Se ne stanno anche loro sedute sulle loro chiappe, su di una poltrona. Attendono. E nemmeno loro sembrano, a intuito, avere voglia di farsi prendere per i fondelli.
Ieri notte, pressoché a quest'ora, ero a zonzo per la mia piscina privata, la mia città, dove io sguazzo; o meglio, sguazzavo prima di ieri notte. Non è più la mia città. Cercavo un buco per fare qualche foto suggestiva, ma tutte era tremendamente ingombro. Macchine parcheggiate in luoghi bui con o senza persone dentro, non mi interessava, ero alla ricerca di una timida intimità per trovare qualche spunto buono che incontrasse me, la mia macchina fotografica, e l'attimo. Ma anche ieri sera non avevo voglia di farmi prendere per i fondelli, e il luogo non si è fatto trovare. E' tutta una presa in giro. Pensi che l'albero sia "morto" in inverno invece no, pensi che la notte sia intima e che abbia un po' di posto anche per te, non è così. Quei luoghi che pensavi fossero un pochino tuoi vengono "deturpati" da qualche colpo di fanale e così svanisce anche il tuo attimo.
Non penso male delle prostitute, ma penso che anche loro, siano una presa in giro. Ormai le trovi ovunque a portare il loro carico di sfruttamento e violenza e SBAM ! una porta ti viene sbattuta in faccia li proprio dove pensavi di aver trovato la tua fettina di notte, il tuo colpo di luce nella tenebra. No io non penso male delle prostitute, ma penso che siano una presa in giro, un gran fragore di ipocrisia, una ipocrisia che fa male a me quanto le percosse che loro ricevono. Allora me ne sono tornato a casa un po' umiliato, un po' ferito, un po' frastornato, ho dato la colpa alle ore piccole ma in cuor mio sapevo che non era così. Un nulla di fatto, un segnetto in più che porterò con me trascinandomelo dietro come la mia gamba sinistra.
Appendice non voluta ma necessaria. Chi di voi sarebbe disposto a farsi tagliare una gamba perché fa male... Io personalmente no. Così continuerò a portarmi dietro questi segnetti, queste rughe sul volto della mia espressività, così quando sarà il momento, dimostrerà tutti i suoi anni senza falsità. Tanto per non prendervi per i fondelli.
Tornerò di giorno a cercare quell'angoletto di notte che mi è stato sottratto, ma come fotografo di ombre, non potrò fare a meno di pensare alla scena in notturno, con le luci e i riflessi... Ma sarà solo una foto di giorno...

Al prossimo post.

mercoledì 11 agosto 2010

Kaji e il suo alter ego reale in: "Filosofia da marciapiede"

Non mi ricordo da chi e dove l'ho sentita, ma le parole "filosofia da marciapiede" mi suonano bene in testa; sarà la scarsa densità della mia materia grigia che favorisce il propagarsi di questi pensieri inconsulti oppure semplicemente la mia sciattaggine intrinseca che mi abbandona in paludi dalle quali mi è sempre più difficile uscire.
Ultimamente vengo sempre più spesso aggredito da una leggera vena di rabbia verso gli opinionisti improvvisati e pidocchiosi, non nel senso riferibile alla statura morale, ma nel senso proprio della dimensione di quello che vanno cercando e scovando all'interno di qualsiasi cosa gli si pari davanti.
Cercano sempre il pidocchietto, l'inezia, il pelo nell'uovo per criticare e tentare di insinuare il dubbio, non tanto sul prodotto dell'intelligenza e della creatività, ma quanto sul suo produttore.
Lo trovo semplicemente disarmante.
Mi sconforta sempre di più l'abuso della parola "comunque" che precludo ogni sorta di discussione costruttiva perché, a prescindere, chi ha la fortuna di riuscire a pronunciarlo per primo, pone immediatamente un limite al suo interlocutore. Non c'è scampo da quella parola.
Diventa impossibile portare avanti un ragionamento. Da lì in poi è il pensiero esposto diventa un diktat invalicabile.
Manca una predisposizione, un ponte che si può stendere tra due persone. Manca l'apertura. Questa è vera filosofia da marciapiede, quella che incontriamo tutti i giorni, di qualunque cosa parliamo. Non appena sento un "comunque" volare mi sale l'orticaria. Preferisco decisamente un "secondo me" è più offerente, espansivo. Offre il nostro punto di vista e lo porge a chi ci ascolta dandoci la possibilità di farci offrire un altro punto di vista un altro "secondo me".
Un altro punto è la predisposizione al "bello".
Manca. Ne sento la mancanza. Avverto a volte di essere circondato da chiusura a questa condizione.
Cosa significa essere predisposti al bello. Secondo me significa creare dentro di noi una sorta di armonia, una sorta di musica interiore che trasporti fuori quello che abbiamo dentro. Non mi riferisco a ben più ragionate filosofie, delle quali sinceramente ignoro tutto, sia orientali che occidentali che antiche e moderne, mi riferisco alla nostra filosofia quella che scriviamo nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. A cosa dovrebbe portare questa condizione ?
Secondo me dovrebbe portare alla cecità verso il pelo nell'uovo, verso quel pidocchio fastidioso che ci saltella davanti. Provate a pensarci un attimo, poi a vostro gusto e piacere potete massacrarmi di critiche ma mentre lo fate ricordate due cose: che tutti questi pensieri sono solo secondo me e non comunque.

Al prossimo post.

giovedì 22 luglio 2010

Ally Aeon @ Tanalois



Due post in una sera, rischio il collasso psicologico... In effetti un pochino le manine (25 cm dalla punta del mignolo alla punta del pollice n.d.a.) mi tremano.
Sono salito a quota 700 e l'ossigeno un po' scarseggia e il mio avatar subisce, ancora, gli effetti nefasti della mia conduzione e si trova proiettato nel bailame di un altro opening, lo vedo un pochino sofferente, ma io lo ignoro.
Passo in rassegna le fotografie di Ally e rimango un poco interdetto dall'analogia con Abso.
Ritrovo qui un altro pezzo della realtà virtuale di SL.
Trovo dei ritratti intensi e profumati di tutto questo mondo, e ne riconosco il profilo tratteggiato nel quale si passa dall'estate all'inverno, dal giorno alla notte, intendendo anche gli scarti emozionali che sono "inclusi".
Ecco, quello che vedo nei lavori di Ally, è il riassunto ben concepito e ben realizzato, di tutti i possibili ambienti di SL.
Belli i colori che vanno a completare la scena e la rendono piena ed intensa nel rispetto dell'assetto complessivo ed in suo perfetto accordo.


Penso che sia una mostra piacevole da vedere e rivedere per poterne cogliere tutti gli aspetti andando da quelli più distanti da noi a quelli più vicini.


Al prossimo post.

Abso Saltkis @ Tanalois

Ormai sono diventato una specie di ectoplasma digitale, mi manifesto a giorni alterni ed in stretta correlazione con l'umidità dell'aria....
Sono cotto e rosolato come la famosa quaglia dell'altrettanto famosa attrice (Luciana Littizzatto n.d.a.) della ancor più famosa catena di super mercati (la Coop n.d.a.).
Il sole, per fortuna, non ci abbandona un attimo anche se sembra avere preso un po' troppo sul serio la faccenda delle ondate di calore che, non capisco perché, sembrano sciabordare ancor più impetuose e impietose proprio quando esco di casa io.
Passeggio placidamente per la land, talmente placidamente da rasentare lo svogliato.
Ma una vocina mi tormenta, anzi, mi rendo conto che la vocina è un IM del Direttore Mega galattico Aloisio Congrejo il quale mi ricorda che sono in dietro di un post/recensione... A quel punto scatta la crisi mistica e l'avatar del Direttore assume le sembianze dell'Arcangelo Gabriele, scena di fantozziana memoria... Costernato come non mai comincio una frenetica corsa contro il tempo per sfornare, al più presto, un post che possa riassumere una serata alla quale non sono riuscito a partecipare.
Mi spingo celermente oltre la soglia della mostra di Abso Zlatkis e non posso fare a meno di rimare sconcertato dalla presenza scenica dei volti.
Non bado a nulla.
La concentrazione fila liscia, come acqua su di un pendio, verso quegli sguardi così magnetici ed intensi.
La centralità delle proporzioni, e le proporzioni nella centralità... Si lo so che adesso mi credete ancora in preda alle "visioni", ma così non è.
Mi sposto al piano superiore e la meraviglia, se possibile, aumenta quando scopro questa splendida idea di inserire il gioco corpo umano-viso dell'avatar inserito nella copertina di "Vogue" e di "Men's health". Un autentico lampo di genio.
Una contestualizzazione diversa dal solito, che ci racconta anche un po', se vogliamo, l'intenzione di essere calati nel proprio tempo, la non estraneità ai canoni del nostro tempo.
Sotto quest'ottica, o punto di vista, tutto appare molto chiaro, molto nitido.
Appare una bella concatenazione di canoni estetici nostri che, in un modo o nell'altro, ci sono stati inculcati e proposti in mille salse e in mille modi e a me, detto in tutta sincerità, sembra di leggere una summa.
Sono quasi alla fine del mio tour guidato dalla mia fantasia quando un'altra vocina incombe nei miei pensieri... Oddio...
Completamente in preda al panico ed in maniera quasi precipitosa guardo gli IM per non cadere un'altra volta in trance. Fortunatamente è Tani che mi suggerisce, da buon Amministratrice Delegata, che se non riferisco dell'ottima musica suonata dallo stesso Abso, mi licenzia, e li per li mi sono fidato in pieno e trasmetto in copia fedele all'originale: "Ha anche suonato dell'ottima musica. Appropriata e perfetta all'orecchio".

Al prossimo post.

lunedì 19 luglio 2010

Maxsyd Mandel @ Tanalois

Ultimamente non sono molto in forma, anzi... Sono piuttosto fiacco ed affaticato.
Il sole picchia duro e sembra che da lassù senta e segua i copiosi e logorroici servizi dei telegiornali sul quanto sia caldo in questi giorni e sul quanto potrebbe esserlo... Mi abbandono alla noia post-industriale in cui i messaggi, creati per creare nuovi bisogni, diventano paranoia e ci logorano dentro gettandoci all'inseguimento di un non-io piuttosto ridicolo e violento.
Mi accendo una sigaretta "ammazza quanto fumo" è l'unico pensiero che mi passa per la testa; poco me ne importa e passo oltre, e torno anima e corpo in quella calura che il sole continua a rovesciarmi addosso.
La televisione ormai parla del tutto da sola, abbiamo litigato del tutto, il giorno in cui ha smesso di farmi vedere le vicissitudini di quel "demente" (non me ne voglia l'attore, ma chi lo ha inventato) che se ne va a zonzo per la pianura Emiliana al grido di "E' arrivato il marinoooooo !" perché mi ha privato di quella altrettanto stupida ribellione che mi era rimasta di rispondere "Chi se ne fregaaa !! Il marino noi ce lo abbiamo tutto l'anno e quel prosciutto, ormai, lo producete in laboratorio ! Altro che stagionatura !".
Nel mentre di tutto questo arzigogolare di meningi (o meglio quel che è rimasto delle mie meningi) la mia parte più intollerante ha fatto in modo e maniera di trovare rifugio nel mio alter-ego digitale.
Puuiki è tranquilla e sul radar non compare nessuno, salvo il mio pallino giallo che sembra indicare un avatar afflitto dall'ittero.
Mi rendo conto che ho acciaccato l'ennesima figuraccia, cedendo al sonno e saltando a piedi pari l'opening della mostra di Maxsyd Mandel... Povero Kaji, bersaglio inerme di tutte le mie nefandezze biologiche e non... Confesso... ancora assonnato nonostante le numerose ore di sonno (poco ristoratore) faccio due passi, languidamente, con passo felpato da niubbo mi aggiro per la land.
Mi si para davanti un buon numero di fotografie, non mi soffermo a contarle, sarebbe superfluo, ma mi soffermo a soppesare quello che mi piace. Mi scuso con chi mi reputa un buonista, o una fatina buona del cazzo ma mi riesce di vedere solo il lato che piace a me. Le critiche e le silurate le lescio ad altri.
Faccio la tara su di me e comincio a vedere una bella, bellissima profondità di campo. Come un bel respirone di pancia, fluido e potente.
E sento già il campo pulito dagli "spiattellamenti".
Oltre la fotografia, dentro la fotografia, ci vedo un gran bel ritratto di una realtà che, a prescindere dal luogo geografico in cui è stata scattata, è tutta italiana. Un po' Santa e un po' Puttana. Sullo stesso piano, sullo stesso livello.
Sensualtà delle forme, la bellezza tutta intorno, un aleggiare di profumi e odori delle nostre campagne, suoni e parole vere; di vecchiaia e giovinezza; il ritratto migliore di un paese che vorrebbe non dimenticarsi, orgoglioso del suo passato ma che non è in grado, a volte, di farlo emergere. Quello che vedo è il fulgido esempio di interpretare e tradurre dall' Italiano alla vulgata poetica e vera.

Al prossimo post.

martedì 13 luglio 2010

Redmoon Balut @ Tanalois

Fa un caldo terribile quaggiù nella bassa Romagnola, al caldo umido non ci si fa mai l'abitudine.
Come al solito loggo in SL e mi rendo conto che stavo per fare una figuraccia epica, di quelle che nemmeno una fustigazione in piazza riesce a cancellare l'onta provocata... Stavo per scordarmi dell' opening di Redmoon...
Come dicevo, nei paraggi di casa mia, anzi dentro casa mia, l'umidità ha preso la residenza e il caldo soffocante viene leggermente smorzato dal ventilatore che ormai è anch'egli preda della calura.
Mi aggiro silenzioso per la mostra e vengo immediatamente colpito dalla composizione dell'immagine, estremamente varia ed esplorativa.
In questa mostra dedicata all'eros e alla sfera femminile, la fanno da padrone immagini di nudo; immagini forti ed impegnative. Le tonalità di rosso, in tutta la sua gamma, ed in tutta pienezza, circondano un contenuto di fisionomie piene, rotonde che non hanno bisogno di sottolineature se non di quelle sospese nelle poesie da Redmoon stessa composte.
Mi trovo leggermente spiazzato nel dover passare "a fil di parola" le immagini di Redmoon perché sono costantemente in bilico tra il serio ed appropriato e lo sconcio e l'incomprensione.
Mi spiego.
E' difficile, nel mondo di oggi, discernere in maniera compiuta un nudo fine a se stesso da un nudo che porti un messaggio, un'impressione, un modo di essere.
Quello che leggo nelle immagini di Redmoon è una sensualità fiera, un modo di essere attrattivi pur non svendendosi, un modo di far pesare una fisicita importante senza scadere nella cafonaggine.
Basta poco, forse, basta un pizzico di saturazione, un pizzico buio in più; un tono blu per raffreddare la situazione per poi smentirsi con una linea verticale a ricordare il vero obiettivo: la maschilità quasi vile, che sta di sfondo, persa nella luce ambientale.
Dicevo prima della non necessità di sottolineature, della non necessità di rimarcare in modo pesante la rappresentazione dell'universo non tanto femminile, ma dell'universo "femmina" (concedetemi questa licenza) al quale un po' tutti noi apparteniamo a volte inconsapevolmente.
Sono delle non necessità che si avvertono quando l'immagine sembra finita, quando ciò che vediamo ci racconta precisamente quello che il nostro occhio vede: piacere, sofferenza, dissimulazioni, sofferenza nelle dissimulazioni, fierezza dell'essere femmina, la consapevolezza del corpo e dell'anima.

Al prossimo post.

P.S. : all'interno della mostra vivono 8 poesie composte da Redmoon che seguiranno la mostra nei suoi spostamenti.

giovedì 24 giugno 2010

Alexandra Mensing @ Tanalois







Il clima si fa più clemente nel mio piccolo paese della "fu" ridente riviera Romagnola, ed in questa serata tiepida di inizio estate mi aggiro pensieroso per Puuiki.
Questa sera apre la mostra di Alexandra Mensing, ironia della sorte arriva il tanto temuto marino..... No... E' uno scherzo. Un visitatore della mostra si chiama Marinu e, soprattutto non corre in giro per la mostra gridando "Sono arrivato !".
Messa da parte questa cnsiderazione psicopatologica da stress pubblicitario faccio due passi per la mostra, come mio solito, sigaretta alla mano, purtroppo, mi addentro nell'ennesimo viaggio all'insegna dell'espressività.
Noto subito l'abbondanza di colori e di intrecci.
Vengo attratto irrimediabilmente dalla cultura Giapponese ed inizio ad intravedere una marea di Enso sparsi in giro per la mostra.
Provo a spiegarmi rifacendomi ad una definizione semplice di Enso: "Guidati nel momento dello stato mentale del pittore- è possbile tracciare un poderoso e ben bilanciato Enso soltanto se si ha la mente chiara e libera da pensieri ed intenzioni. E' il vero momento della vuotaggine con pienezza. E' il riflesso del proprio stato interno di armonia"(tratto dahttp://sottoilciliegio.blogspot.com/2008/06/enso-il-cerchio-del-sumi.html n.d.a.)
Quindi rifacendomi a questa forma espressiva, vedo davanti a me tanti Enso dove lo stato di assoluta armonia dell'artista viene percepito dal fluire costante e armonioso dei colori, e la sua apertura al mondo dai menu che si aprono "al tocco" dell'opera.
Poche parole per definire una "rotondità" che regala qualche attimo ipnotico, qualche attimo di contatto con un fluire che va oltre il senso dell'opera.


L'unica vera difformità che colgo nelle opere, rispetto alla scarna definizione di Enso, è la "vuotaggine", infatti non abbiamo veramente uno spazio vuoto ad accoglierci dentro l'opera, ma uno spazio ben definito all'interno del quale fluttuare con opzione di lasciare al caso forma e fluire dei colori.



Al prossimo post

martedì 15 giugno 2010

Nexuno Thespian @ Tanalois





Sono immerso nel nostro florido appezzamento di terra dove coltiviamo opere d'arte ed esperienze di vita digitale in quantità industriali.
Fuori dalle vetrate del mio studio piove ancora, ma fortunatamente qui a Puuki il meteo segue i miei ordini e anche il sole piega i suoi raggi al mio volere, quindi setto mezzogiorno e mi godo la tintarella da frac del mio avatar, praticamente mani, piedi e faccia abbrustoliti e il resto candido come un lenzuolo.
Entro nell'edificio che ospita la mostra di Nexuno e vengo piacevolmente accolto da uno splendido effetto acqua sul pavimento addolcito da qualche centinaio di fiori gialli e rossi.
Qualche amico mi attende e ci salutiamo; sul mio cammino trovo il buon Lookatmy Back che tenta di rubarmi il lavoro commentando la tavolozza dei colori ma non mi lascio intimidire.
Da buon tecnico quale ha dimostrato di essere mi segna la traccia da seguire.
Il vero accento da seguire ed interpretare è la cromaticitò scelta e ricercata e raffinatamente incastonata nelle fotografie del nostro Ospite.
Sono colori che "naturalmente" in SL non esistono, come cieli viola, riflessi notturni azzurrati.
E' una spasmodica ricerca dell'artefatto nel virtuale.
Si colgono delle situazioni portate all'esasperazione, l'attimo colto che viene riproposto in una chiave diversa.


Per capire a fondo, occorre calarsi con le scarpe in SL e vedere con occhi critici la spasmodica ricerca della riproduzione del reale dentro il digitale, cieli sempre più sfumati, azzurri limpidi tersi, nubi sfilacciate o morbide come pecorelle, acque azzurre di verde smeraldo a perdita d'occhio... Ma... Cosa succederebbe se tutta questa perfezione venisse stravolta ?
La risposta a questa domanda la trovo nei lavori di Nexuno, persona simpatica, affabile che concede il proprio modo di non vedere.
Non fraintendete.... Lui ci vede benissimo, ma offre, secondo me, una proposta di non-luoghi digitali. Luoghi che nel metaverso non esistono, quindi un posto al di fuori della logica che diventa un non-posto. Tutti noi ci possiamo incontrare in quei luoghi.
Le tinte gliele mettiamo noi, con il nostro modo di vivere questa SL.



In questa ottica anche i nostri cieli si possono tingere di viola, possiamo trovare paesaggi urbani dai mille colori notturni, dalle mille sfumature e possiamo inventarci anche cose che non esistono come un passerotto albino.
Questa mostra ci riesce a far dimenticare gli scenari crepuscolari tristi (idea di Lookatmy Back n.d.a.), anzi, aggiungerei io, sono diametralmente opposti.



Non è usuale nemmeno la disposizione delle opere, fissate su enormi cubi di listelli di legno, inclinati e sparsi per lo stabile come se fossero dadi da gioco scaraventati sul tavolo verde, chi vince e chi perde non si può dire semplicemente perché non esistono. Il tavolo verde della vita è predisposto, e i fiori che lo decorano ci lasciano attendere la morbidezza delle foto di Nexuno.

Al prossimo post.

...si vive di ricordi.

Oggi dalle vetrate del mio studio americano si vedono solo nuvole. Tira una leggera brezza da terra così mi sento al sicuro dal cretino del prosciutto. Il marino per oggi se ne starà alla larga dal mio piccolo paesello di provincia sul finire della campagna e sull'inizio del mare. Si sente solo il profumo della pioggia e il frenire di alcuni pioppi in lontananza. Le mie moto mi guardano languidamente e, se non sapessi che non hanno motilità facciale, giurerei che mi stanno implorando di uscire. 1600 centimetri cubi e 200 cavalli in due, ognuna col suo carattere, pregi e difetti.
Vive a modo loro.
Viene da usare un linguaggio scurrile e violento per descriverle, quando il culo appoggia sulle loro selle e il feeling aumenta e cresce in maniera smisurata dopo le prime curve, non se ne può fare a meno; si sente la necessità di far emergere la loro indole.
Una più pacata, timida, che va stuzzicata, presa per mano e allungata in alto dove il motore diventa un ringhio e la cambiata alla marcia superiore diventa un colpo secco che si fa sentire sul piede e allunga gli steli della forcella anteriore...
L' altra cattiva sempre, incazzata, sgarbata che in piega chiama sempre tre cose: gas, culo fuori e ginocchio aperto quasi a sfiorare l' asfalto che ti induce sempre a interrogarti se stai guidando in strada o in pista.
Sono piccoli frammenti di memoria, sono schegge impazzite di giornate spese in collina tra un tornante e una curva in piena.
Sono ricordi.
I vasi della vita, dove risplendono tutti i fiori che i giorni ci ragalano, sono riempiti anche di queste cose. Sono il liquido che, come l'acqua, mantengono i fiori recisi; quei fiori che ci restano dentro qualsiasi cosa accada.
Sono ricordi che si adattano al contenitore, fluidi, che riempiono tutti gli interstizi dell'anima.
...ricordi....
In queste giornate dove una pioggia fine leviga tutto, spiana e pialla, le nubi avvolgono il cielo e i farmaci non assomigliano alla pioggia, non fanno il loro "mestiere" tutto assume valore di ricordo, un codice binario che ti scorre davanti agli occhi, in sovraimpressione al monitor e ti rendi conto che i cavalli del PC non possono assomigliare ai cavalli di quella bestia che ti osserva. E' forte l' istinto di aprire la porta e farla girare in mezzo al vento, alla pioggia, ai lampi e ai tuoni, per sentire addosso, anche solo per una frazione di secondo, quel luogo da dove sembra provenire: un girone infernale.
Ma è tutto un ricordo sovrapposto, traslucido.
La realtà è una poltrona, i farmaci, le formiche ai piedi e le anche che sembrano esplodere.
Un punteruolo che non curante del fatto che sotto ci sia la tua pelle, ti riga la carrozzeria, con sfregio e spregio.
Dall'inguine al ginocchio, andata e ritorno, via la pelle, via tutto quello che c'è dentro (cit. Marco Paolini da "Vajont-9 ottobre 1963 n.d.a.)
ma apri gli occhi, guardi in basso ed è ancora tutto al suo posto.
E' solo il ricordo perenne di un' altra giornata dove splendeva il sole e poteva essere l'ultimo.

Al prossimo post.

domenica 13 giugno 2010

Cari i miei Tanaloisini,

Vi allego il link dell'intervista della vincitrice del primo concorso di poesia targato Tanalois.

Un grazie a Lion Igaly per la sua disponibilità.

Buona lettura...:O)



http://slartit.ning.com/profiles/blogs/premiazione-del-primo-concorso

mercoledì 9 giugno 2010

Concorso di poesie @ Tanalois - Puuiki

Questa sera, come ho anticipato al Direttore Artisti Aloisio, voglio proporre un post "cinematografico".
Si è svolta nella nostra land la manifestazione di premiazione delle prime 3 classificate al concorso di poesia dedicato all'amore.
Inutile narrarvi le peripezie che hanno assillato il nostro Staff, la serata si è rivelata un successo, non grazie a me e ai miei epici strafalcioni.
Purtroppo l' assenza di un giurato di spessore come Daco Monday ha pesato nell' economia complessiva della serata poiché sarebbe stato graditissimo un suo intervento.
Contrariamente a quanto fatto durante la serata volevo ribadire il più sentito ed accorato ringraziamento a tutta la giuria:
Aliza Karu
Daco Monday
Helenita Arriaga
e ultima solo per ordine Desy Akina.
Durante i lavori per la composizione della classifica si sono comportati da veri professionisti, corretti, precisi e puntuali.
Detto questo non posso fare altro che rivolgermi a Florence Magnifico, che purtroppo era assente, per aver organizzato tutto fin nei minimi dettagli.
Vorrei ricordare anche gli ottimi sponsor che hanno reso possibile la premiazione in Linden Dollars: Aliza Karu Creations, G. Adore e QQ Fashion.
Ilianor Illios che ci ha stregati con la sua arpa ed ha disegnato il sentiero su cui ci siamo mossi, ha fatto danzare le nostre menti preparandole ad accogliere i componimenti.
Per dare ulteriore rilievo alle persone oltre che ai componimenti, tre bloggers si sono offerti di proporre sui loro spazi delle interviste/chiacchierate con gli autori per offrire degli spot sul making of e sulle "vite da poeti":
Lion Igaly
Thirza Ember

e Aliza Karu
Pubblico il testo integrale uscito dalla seduta plenaria della giuria:



Prima classificata

Grazie alla proprietà di linguaggio, della ritmica, del rispetto delle metriche e, non da ultimo, l' aderenza al tema proposto è meritevole a giudizio della giuria, il primo posto.

TRIBUTO A GARCIA LLORCA di Livia Furloug

Quando morirò
seppellitemi con le mani
nelle mani del mio Amore,
con lui nella tomba
vorrò stare.
Insieme per sempre
nella vita, nella morte.
Sempre insieme.
Il corpo muore,
l’anima rimane sempre,
vaga,
dove non lo so.
Eppure vorrò
stare così
con il mio Amore.
Quando morirò.



Seconda classficata


A parere della giuria, si è saputo presentare con metriche e vocabolario estremamente appropriato e originale sia nella forma che nel contenuto.


Nostalgia di Papero Saiz

Le parole sono diventate un peso
gli sguardi non illuminano più

il buio ricopre i nostri corpi
e li nasconde
le menti soffocano,
cercando un'aria che non c'è

dove sei?
puoi solo fuggire
vagare
perderti
mettere il mare tra te e il dolore

improvvisamente un giorno
vedrai il sole
dietro di te
ormai irraggiungibile


Terza classificata

Per l' intensità delle parole e dei concetti completamente aderenti al tema e per l' abile riproposizione di forme stilistiche tradizionali e sapientemente rispolverate.

IL MIO AMORE di Grazietta Cazenove

In questa mano,
ch’io ti porgo,
è racchiuso il mio amore.
Raccoglilo,
conservalo,
cullalo e dagli vigore,
perché quest’amore è delicato
come trama sottile di cristallo,
quest’amore è insicuro
come il cucciolo che al mondo s’affaccia,
quest’amore è profondo ed esigente
come burrascosa acqua cobalto dell’oceano.
Quest’amore che gioisce, che si dispera,
è il mio amore,
ch’io ti porgo.


Questi sono i lavori primi classificati.
Non è stato facile attribuire un punteggio ad ogni lavoro pervenuto perché ognuno a modo suo, ha saputo colpire nel segno il tema proposto.
Per parte mia la serata è stata una specie di cardiopalma estremo, un test sotto sforzo per il mio cuore che, visto il tema, per amore supremo non mi ha abbandonato.... Come un pugile suonato avevo Aloisio all'angolo che mi gridava "Non fa male ! Non fa male ! Coraggio Kaji ! Vaiiiiiiii "
Vorrei potervi raccontare dei mille dubbi che ci hanno assaliti fino agli ultimi minuti prima di iniziare, volevamo dare il massimo per questa sera e lo abbiamo dato.
Tani come al solito ci ha regalato una cornice di incommensurabile bellezza, adatta ad accogliere una serata di cuori sognatori, volatori, pensatori.... Insomma quanto di meglio si potesse chiedere per mettere a nudo il proprio sentimento.
Spira il marino qui a casa mia e per fortuna del cretino che urla "E' arrivato il marinoooooooooo !!" non c'è ancora traccia, anche perché è l' una di notte e un calcio negli stinchi non glielo caverebbe nessuno... Nonostante l'amore che io provo per il prosciutto pubblicizzato. Avrei potuto partecipare anche io con un "Ode al divin cosciotto di porcello" ma la delizia dei lavori proposti lo avrebbe sopraffatto in men che non si dica.
Ringrazio e ringraziamo nuovamente tutti, sinceramente e di cuore, specie i partecipanti che non ci aspettavamo fossero così numerosi.

Al prossimo post.