Come al solito loggo in SL e mi rendo conto che stavo per fare una figuraccia epica, di quelle che nemmeno una fustigazione in piazza riesce a cancellare l'onta provocata... Stavo per scordarmi dell' opening di Redmoon...
Come dicevo, nei paraggi di casa mia, anzi dentro casa mia, l'umidità ha preso la residenza e il caldo soffocante viene leggermente smorzato dal ventilatore che ormai è anch'egli preda della calura.
Mi aggiro silenzioso per la mostra e vengo immediatamente colpito dalla composizione dell'immagine, estremamente varia ed esplorativa.
In questa mostra dedicata all'eros e alla sfera femminile, la fanno da padrone immagini di nudo; immagini forti ed impegnative. Le tonalità di rosso, in tutta la sua gamma, ed in tutta pienezza, circondano un contenuto di fisionomie piene, rotonde che non hanno bisogno di sottolineature se non di quelle sospese nelle poesie da Redmoon stessa composte.
Mi trovo leggermente spiazzato nel dover passare "a fil di parola" le immagini di Redmoon perché sono costantemente in bilico tra il serio ed appropriato e lo sconcio e l'incomprensione.
Mi spiego.
E' difficile, nel mondo di oggi, discernere in maniera compiuta un nudo fine a se stesso da un nudo che porti un messaggio, un'impressione, un modo di essere.
Quello che leggo nelle immagini di Redmoon è una sensualità fiera, un modo di essere attrattivi pur non svendendosi, un modo di far pesare una fisicita importante senza scadere nella cafonaggine.
Basta poco, forse, basta un pizzico di saturazione, un pizzico buio in più; un tono blu per raffreddare la situazione per poi smentirsi con una linea verticale a ricordare il vero obiettivo: la maschilità quasi vile, che sta di sfondo, persa nella luce ambientale.
Dicevo prima della non necessità di sottolineature, della non necessità di rimarcare in modo pesante la rappresentazione dell'universo non tanto femminile, ma dell'universo "femmina" (concedetemi questa licenza) al quale un po' tutti noi apparteniamo a volte inconsapevolmente.
Sono delle non necessità che si avvertono quando l'immagine sembra finita, quando ciò che vediamo ci racconta precisamente quello che il nostro occhio vede: piacere, sofferenza, dissimulazioni, sofferenza nelle dissimulazioni, fierezza dell'essere femmina, la consapevolezza del corpo e dell'anima.
Al prossimo post.
P.S. : all'interno della mostra vivono 8 poesie composte da Redmoon che seguiranno la mostra nei suoi spostamenti.
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