martedì 15 giugno 2010

Nexuno Thespian @ Tanalois





Sono immerso nel nostro florido appezzamento di terra dove coltiviamo opere d'arte ed esperienze di vita digitale in quantità industriali.
Fuori dalle vetrate del mio studio piove ancora, ma fortunatamente qui a Puuki il meteo segue i miei ordini e anche il sole piega i suoi raggi al mio volere, quindi setto mezzogiorno e mi godo la tintarella da frac del mio avatar, praticamente mani, piedi e faccia abbrustoliti e il resto candido come un lenzuolo.
Entro nell'edificio che ospita la mostra di Nexuno e vengo piacevolmente accolto da uno splendido effetto acqua sul pavimento addolcito da qualche centinaio di fiori gialli e rossi.
Qualche amico mi attende e ci salutiamo; sul mio cammino trovo il buon Lookatmy Back che tenta di rubarmi il lavoro commentando la tavolozza dei colori ma non mi lascio intimidire.
Da buon tecnico quale ha dimostrato di essere mi segna la traccia da seguire.
Il vero accento da seguire ed interpretare è la cromaticitò scelta e ricercata e raffinatamente incastonata nelle fotografie del nostro Ospite.
Sono colori che "naturalmente" in SL non esistono, come cieli viola, riflessi notturni azzurrati.
E' una spasmodica ricerca dell'artefatto nel virtuale.
Si colgono delle situazioni portate all'esasperazione, l'attimo colto che viene riproposto in una chiave diversa.


Per capire a fondo, occorre calarsi con le scarpe in SL e vedere con occhi critici la spasmodica ricerca della riproduzione del reale dentro il digitale, cieli sempre più sfumati, azzurri limpidi tersi, nubi sfilacciate o morbide come pecorelle, acque azzurre di verde smeraldo a perdita d'occhio... Ma... Cosa succederebbe se tutta questa perfezione venisse stravolta ?
La risposta a questa domanda la trovo nei lavori di Nexuno, persona simpatica, affabile che concede il proprio modo di non vedere.
Non fraintendete.... Lui ci vede benissimo, ma offre, secondo me, una proposta di non-luoghi digitali. Luoghi che nel metaverso non esistono, quindi un posto al di fuori della logica che diventa un non-posto. Tutti noi ci possiamo incontrare in quei luoghi.
Le tinte gliele mettiamo noi, con il nostro modo di vivere questa SL.



In questa ottica anche i nostri cieli si possono tingere di viola, possiamo trovare paesaggi urbani dai mille colori notturni, dalle mille sfumature e possiamo inventarci anche cose che non esistono come un passerotto albino.
Questa mostra ci riesce a far dimenticare gli scenari crepuscolari tristi (idea di Lookatmy Back n.d.a.), anzi, aggiungerei io, sono diametralmente opposti.



Non è usuale nemmeno la disposizione delle opere, fissate su enormi cubi di listelli di legno, inclinati e sparsi per lo stabile come se fossero dadi da gioco scaraventati sul tavolo verde, chi vince e chi perde non si può dire semplicemente perché non esistono. Il tavolo verde della vita è predisposto, e i fiori che lo decorano ci lasciano attendere la morbidezza delle foto di Nexuno.

Al prossimo post.

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