venerdì 4 giugno 2010

La mattina

Quando penso alla mattina, non so il perché, mi viene sempre in mente il profumo della primavera. Rimango incantato, così, a cercare quel timido profumo di rugiada. Vivo vicino al mare e spesso, specie nei giorni di vento, questi due aromi si mescolano. Apro la finestra e non mi è stato mai ben chiaro se, quel gesto, sia più una apertura della mia mente o un esorcismo per attirare buoni propositi, ma tant'è che ormai è diventata una abitudine.
Accolta questa brezza, leggera e fresca quanto volete, mi dirigo verso la macchina del caffè, un piacere al quale non rinuncerei nemmeno per tutto l'oro del mondo. Prima lo guardo scendere dagli erogatori, con quella leggera schiuma color nocciola e non appena scorgo il vapore, ecco il profumo intenso.... Un cucchiaino di zucchero, lo mescolo quasi con timidezza, delicatamente, avvicino la tazza e il profumo diventa una bomba che mi accende i contatti della mente. E' qualche mese che sono nullafacente, cassaintegrato, e pigramente mi crogiolo in questa situazione, mi trascino un po' come un fantasma per casa e queste abitudini sono diventate una specie di molla per vivere normalmente la mia giornata anche se, piano piano, mi sto rendendo conto che si lavora per vivere e non si vive per lavorare e anche con pochi soldi si sta bene uguale, evitare di inserire la chiave della macchina nel quadro e accendere il motore non è che faccia stare male. Ho ancora due soli pensieri fissi la moto e la fotografia due cose che danno una grande senso di libertà a patto che non ci si metta sotto gli occhi indiscreti di critici figli di mignotta che non sono capaci di tenere per se le proprie opinioni.
Tutte queste considerazioni mi passano regolarmente per la testa, stimolandomi un ghigno che diventa impertinente davanti a ogni specchio. Ma per me gli specchi non sono un problema, non mi faccio la barba regolarmente si può dire da quando mi è spuntata, cosa che spesso mi è valsa qualche epiteto e che al tempo stesso mi ha dato il metro preciso di quanto io sia ancora "giovane uomo".
Uno spazio di quindici minuti tra il caffè e tutte queste considerazioni e, come vi ho descritto in altri post, accendo il mio Ronzinante, faccio il mio bel log-in in facebook e noto che come al solito, anche in orari mattutini improbabili, alcune amicizie RL a dir poco esecrabili, fanno capolino nella mia chat e con un fragore di tuono, nella mia testa parte un "Nooooooooo anche tu ti ci metti...." così ignoro deliberatamente e chiudo la pop-up della chat al grido di "Chi se ne frega....".
Faccio una rassegna stampa leggendo le ultime nefandezze dei politici e le ultime cazzate delle 6 della mattina di ufologi, amanti del New World Order che tanto deprecano ma in fondo lo amano perché se non esistesse nelle loro teste, probabilmente si sentirebbero inutili e sparerebbero al vicino di casa accusandolo di ordire strane trame per rubargli le ciliegie dall'albero.... anche in pieno inverno.
Bene.... anche oggi a quanto pare mi sono svegliato presto per vedere come inizia una brutta giornata (battuta spudoratamente copiata da Neri Marcorè) ma non è così. Ne sono convinto.
Devo solo trovare l' escamotage per rivelare il lato positivo... Ci provo... E ci riesco.
Dopo la seconda sigaretta spenta sulle brutte notizie dal mondo, faccio il log-in anche in SL, l'ora è ingrata e questo mondo digitale è popolato di Giapponesi e Orientali do ogni sorta, per carità, tutta ottima gente ma loro stanno all'inglese come io sto all'inglese il che rende le mie relazioni interpersonali, già ristrette, ad una cozzaglia di battiture tra traduttori sgangherati.
Tutto ciò mi fa sentire un pesce fuor d'acqua e mi induce a starmene per i fatti miei nella land, a Puuiki.
Faccio un bel ripassone di tutto quello che c'è esposto, ma uno su tutti mi colpisce sempre e so anche il perché.
Aloisio Congrejo.
Non voglio perdermi in disamine, analisi, letture... No, questa mattina no, ho ancora tutto con me: il profumo della primavera, il caffè... E qui in mezzo anche se non è in linea, qui in mezzo. tra prims, texture, cose che si muovono, cose che non capisco e che capisco. Qui adesso ho tutto. Dietro al monitor ho una famiglia e questo non me lo dimentico, ma dentro al monitor vedo un amico ed è questo che io leggo e porto con me di quello che vedo di e con Aloisio Congrejo.

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