lunedì 1 giugno 2009

Aloisio Congrejo ad Agorà Saturnia

Non potevo certo saltare una "recensione" del mio amico Aloisio Congrejo....
Non potevo certo privarmi della delizia di poter in qualche moido contribuire alla comprensione delle sue creazioni.
Entrando nella sala si percepisce un alito di Jazz vero.
Si percepisce una armonia, forse tutta interna all' autore e che esce con quelle forme, non con altre, ma proprio con quelle.
Aloisio è un po' come una storia. Nelle storie ci sono delle vicende che hanno la necessità di essere raccontate, si avverte nel dipanarsi del tempo drammaturgico, il bisogno di essere disvelati e capiti.
Per me Aloisio è così. E' una storia, una parte di storia, che ha bisogno di essere raccontata. Senza non sarebbe uguale. Senza non sarebbe così chiara.
Credo, a mio modestissimo parere, che in questo frangente ci sia la summa, il punto, di un Aloisio che fà capire il suo stadio.
Che fà capire a che punto è.
Quello che vedo io è un Aloisio che accosta i colori alle forme e le fà corrispondere, e per riallacciarsi al Jazz, lo fà per contrappunti su ritmi in 3/4.
Si sono completamente impazzito, ma anche questo fà parte del Jazz, un Jazzato per essere tale necessita di una sorta di follia a cavallo frà l' armonia e la disarmonia.
Aloisio fà il punto sui colori e sulle forme utilizzando forme "classiche" dell' arte su SL, ma le colora con toni suoi, un po' come fà un Jazzista che colora un groove, un buon giro di batteria, su un 3/4 da valzer, o su una marcetta allegra andante.
Vi chiedete come sia possibile ?
....non vi resta altro che vedere.

Grazie Aloisio.

Al prossimo post.

1 commento:

  1. Maestro, io la ringrazio di questo suo scritto, non può che onorarmi ciò che dice, ma ora ringrazio l'amico Kaji, che è sempre vicino anche quando è lontano, sempre comunque presente.Grazie amico.

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